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The Foolish Bird (Ben Niao) - Recensione

Premiato alla Berlinale nella sezione Generation, The Foolish Bird dei registi Huang Ji e Ryuji Otsuka è il ritratto cupo e disperato di una generazione dispersa nella vacuità dove non c'è spazio per le emozioni e per il sentimento

Meicheng, provincia dell’Hunan, una delle innumerevoli piccole città della sterminata provincia cinese nelle quali la modernizzazione e l’opulenza non è ancora giunta, e forse non arriverà mai. Una cittadina come tante in cui il fenomeno dei “left behind child” è diventato quasi un problema sociale: ragazzini lasciati dai genitori emigrati nelle grandi metropoli a cercare fortuna che vivono coi nonni o con altri parenti in una situazione di disagio che nasce dal sentirsi esclusi dal mondo che conta.
Lynn è una di queste ragazzine, vive coi nonni, insieme ad altri cugini, frequenta senza grande profitto la scuola per prepararsi al concorso per accedere all’Università, anche se la madre vorrebbe per lei un futuro sicuro nella Polizia. La corsa all’arricchimento e al benessere materiale ha portato i genitori di Lynn verso il ricco sud in cerca di improbabile fortuna. La ragazza ha solo un’amica, May, che frequenta un’altra scuola, ma insieme decidono di mettere in pratica un commercio di telefonini che Lynn trafuga a scuola, quel simbolo della apparente connessione col mondo che ha causato lo stupro e la morte di una ragazzina, motivo per il quale i genitori cercano di impedirne l’uso alle figlie. Le due ragazzine, grazie ai soldi guadagnati dal commercio losco, si tolgono qualche sfizio: capelli alla moda, qualche abito, ma finiscono anche nelle grinfie di chi cerca di carpire la loro fiducia. Scomparsa May dopo una serata con un gruppo di ragazzotti in cerca di divertimento, Lynn conosce un suo compagno di scuola con cui crede di poter stringere una vera amicizia e magari anche una relazione amorosa che possa portare un minimo di luce in una esistenza dominata dall’odioso bullismo delle sue compagne di scuola che l’hanno eletta a loro bersaglio. Lynn crede di essere incinta, la madre, tornata ad elemosinare soldi per la sua impresa, in una scena spietata, scopre che la ragazza non è più vergine, e il presunto fidanzato pensa solo ad usarla come oggetto sessuale in cambio di altri favori.
Il percorso di Lynn lungo la strada che porta ala maturità è lungo e accidentato, cosparso di trappole e di vuoti esistenziali; forse solo un gesto di netta ribellione può ridare alla ragazza il vero senso della sua esistenza.
Scritto a quattro mani da Huang Ji e Ryuji Otsuka, marito e moglie, nonché esponenti del cinema indipendente cinese, Menzione Speciale in Generation al Festival di Berlino 2017, The Foolish Bird (titolo originale Ben Niao) è un lavoro dal quale emerge quasi subito l’impronta autobiografica della regista Huang Ji, originaria della medesima zona e con esperienze passate simili a quelle della protagonista: il film è un duro racconto della realtà di provincia, dove soprattutto le nuove generazioni hanno perso i loro punti di riferimento e per le quali anche i rapporti interpersonali e quelli amorosi crescono profondamente malati, marci già dalla radice.
Il ritratto di Lynn e, attraverso esso, di una intera generazione di ragazzini abbandonati a se stessi come conseguenza della nuova corsa all’oro del colosso cinese, è quello di un magma di anime in pena, immerse nella vacuità esistenziale, incattivite dai soprusi più o meno diretti e alla ricerca di qualcosa che dia anche una parvenza di senso alla loro vita: il cellulare, autentico protagonista in sottofondo di questo dramma, diventa l’unica, illusoria, arma per convincersi di essere connessi alla globalità che marcia a velocità sfrenata, una illusione tecnologica che aumenta invece l’isolamento sociale e che conduce a comportamenti aberranti. Non è un caso che non solo nelle zone più evolute della Cina, ma anche in quelle di provincia più legate alla tradizione, la prima cosa che i ragazzini comprano è il cellulare.
Riempire il vuoto intorno a se stessi, esito dell’abbandono da parte di genitori, con l’illusione della connessione globale: è questo il grande inganno che The Foolish Bird porta alla ribalta. Il racchiudersi nell’illusoria interconnessione globale inaridisce i rapporti umani, cancella l’emozione e l’empatia, fa scadere l’amore a sentimento quasi fastidioso, privilegiando invece il rincorrere solo le pulsioni sessuali giovanili.

Il film di Huang Ji e Ryuji Otsuka è costruito su una impalcatura che rimanda molto al verismo e al neorealismo tipico di molti autori della Sesta Generazione: toni prossimi al minimalismo, dialoghi ridotti lasciando la parola alle immagini, spesso istantanee, di una realtà sociale disgregata, sguardo sempre carico di spirito umanistico ed empatico. In questo The Foolish Bird è lavoro piuttosto classico se riferito a certi canoni. Quello che di certo emerge con forza è la sincerità del racconto, come solo le esperienze personali portate sullo schermo riescono a fare, grazie anche ad una fotografia eccellente curata dallo stesso Ryuji Otsuka che, oltre a sostenere gli stati d’animo che emergono dal racconto, sa offrire immagini di grandissima forza ed efficacia.
La giovane Yao Honggui, di fatto attrice non professionista, come tutto il cast d’altronde, regala una prova carica di maturità nel rappresentare i tormenti di Lynn nella sua ricerca affannosa di una strada che la possa portare fuori dal mare dell’abbandono e della anaffettività in cui vive.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3.5

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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