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Ashfall - Recensione (Far East Film Festival 2020 - Film di apertura)

Un kolossal catastrofico con un cast stellare per l'apertura del Far East Film Festival 2020: lavoro che sembra cucito apposta sulla rassegna friulana, un mix ben strutturato di cinema popolare, action e disaster movie

Dopo avere letteralmente infranto tutti i record del cinema coreano, Ashfall diretto dalla coppia Kim Byung-seo e Lee Hae-jun è stato scelto per aprire il  22esimo Far East Film Festival di Udine, che a suo modo scrive ancora una volta la storia del cinema con la scelta di presentare la rassegna tutta online, un viaggio insomma solo virtuale per questa volta nella città friulana attraverso la Rete che ormai connette tutto il mondo in tempo reale.
Il film, un intelligente mix di fantascienza, dramma, action e disaster movie, si apre con le immagini del disarmo nucleare della Corea del Nord sotto la supervisione degli USA. Mancano solo poche testate da rimuovere quando un vulcano, il Monte Paekdu, situato nei pressi del confine che divide le due Coree e apparentemente silente da moltissimi anni, riprende ad eruttare causando una serie di terremoti devastanti che sconquassano le viscere di tutta la penisola coreana, ma questo è solo l'antipasto, perché se non si mette in atto qualche soluzione entro pochi giorni il vulcano darà vita ad un'altra terribile e devastante serie di terremoti che porteranno la devastazione totale sia nella Corea del Nord che in quella del Sud. A studiare il fenomeno per trovare soluzioni che salvino dalla catastrofe viene chiamato il più noto sismologo, il professor Kang, che inizialmente si mostra titubante a collaborare per poi accettare senza riserve: la sua soluzione è quella di far esplodere nelle viscere un ordigno atomico che annienti la potenza del vulcano. Il piano messo in atto per effettuare questa operazione ben presto va a gambe all'aria, per cui tutto l'onere dello stesso ricade sulla squadra di artificieri che dovrà nell'ordine: passare il confine, trovare la spia della Corea del Nord Ri, liberarla dalla detenzione, farsi passare le notizie su come raggiungere l'ultimo sito in cui ancora si conservano le testate atomiche in Corea del Nord, rubarle, portarle all'interno del vulcano e farle esplodere.
Naturalmente le cose non andranno via lisce, e soprattutto il confronto tra Ri e il capitano Jo, l'artificiere a comando della squadra infiltrata nel Nord, animerà tutto il racconto, tra momenti di altissima tensione e di immagini spettacolari. Inoltre altre sottotrame irrobustiscono il racconto, soprattutto quella della moglie di Jo, incinta, che non riesce ad essere evacuata e che non sa della missione del marito, e quella della figlia di Ri, unico legame rimasto per l'uomo con il suo paese.
E' proprio il mescolare generi diversi che fa di Ashfall un lavoro interessante e di indubbia presa popolare: un po' mainstream, un po' kolossal, ma anche buddy-movie con venature nazional-popolari attraverso la tematica sempre più presente nel cinema coreano della divisione delle due Coree e del desiderio della popolazione di sanare una volta per tutte questa ferita che dura ormai da tre quarti di secolo, in questo caso particolarmente ben trattata perché carica di ironia che gioca coi luoghi comuni che emergono dai frequenti confronti serrati tra Ri e Jo, così come non guasta per nulla anche un pizzico di autentico sarcasmo quando ci fa vedere le statue dei vari condottieri della patria della famiglia Kim miseramente gettate a terra dal sisma oppure ci raffigura gli americani come i veri cattivi subdoli del film.
I due registi, forti degli onori acquisiti uno con il popolarissimo e fortunatissimo 
Castaway on the Moon (Lee), l'altro, Kim, con l'opera prima Cold Eyes e con le numerosissime altre partecipazioni a vari livelli in opere del cinema coreano, riescono a mettere in piedi un lavoro di indubbia spettacolarità, che riesce ad utilizzare la CGI in maniera intelligente e che si affida in maniera quasi totale, trovando con ciò il successo, alla coppia di attori probabilmente più noti del cinema coreano, strutturando il film, soprattutto in alcuni momenti, quasi come un confronto personale tra i due divi.

Ashfall è un lavoro insomma che riesce a mantenere il giusto equilibrio anche laddove le esigenze scenografiche e narrative lo indirizzano verso l'iperrealismo e il fantascientifico e dove l'eroismo diventa la redenzione di una vita per alcuni e l'affermazione per altri. Il cast, come accennato, è semplicemente straordinario: Lee Byung-hun è la spia nordcoreana, mentre Ha Jung-woo è il capitano della squadra di artificieri. Il confronto tra i due, che in alcuni tratti assume connotati addirittura divertenti, è il piatto forte del film. Accanto a loro però vanno ricordati Ma Dong-seok nei panni del professor Kang, altro grande personaggio del cinema coreano, Jeon Hye-jin, la segretaria del Presidente Coreano, e Bae Suzy, la moglie del capitano Jo.

La scelta degli organizzatori del FEFF non poteva essere più azzeccata nello scegliere Ashfall, prototipo del cinema popolare di qualità, come film d'apertura di questa straordinaria edizione della rassegna che come recita il poster si tiene ad Udine, Italia, Ovunque.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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