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Venezia 70: un fotoricordo

Cinque immagini-ricordo della Mostra del Cinema di Venezia 2013. Persone, cose, momenti che hanno caratterizzato (personalmente) un'esperienza speciale

Dopo aver vissuto all'interno della Mostra del Cinema di Venezia per quasi tredici giorni, si rimane segnati da un solco che attraversa il cuore per giungere all'anima. Ciò che desidero proporre in questo contest sono 5 suggestioni personali, 5 punti di vista fotografici, 5 fotoricordi di ciò che è stata per me Venezia 70.









5. Gli ascensori del Palazzo del Casinò. Questi hanno accompagnato le vite di tutti coloro che quotidianamente per svariate volte durante il giorno sono saliti e scesi dalla sala stampa, posta al terzo piano del Palazzo. Cosa avrà mai di suggestivo un ascensore? Innanzitutto sono tre e penso che dalla loro costruzione non siano mai stati sostituiti. Sono dei bei pezzi di antiquariato che la Biennale cerca di mascherare con piccoli interventi. Quest'anno sono stati ridipinti d'oro e il soffitto di rosso. Ringrazio per lo sforzo, ma prima che crollino invoco una ristrutturazione seria, perché sentire il rumore degli ingranaggi che li muove ogni volta che salgono è davvero sinistro e inquietante.

 


4. La quarta posizione è riservata a un piccolo angolo di paradiso che ho scoperto una sera durante un giro all'Hotel Excelsior. Lo stabile, al contrario degli ascensori del punto cinque, è stato da poco restaurato e ne è stata riproposta la bellezza originaria. Nel dedalo di corridoi, tra volte arabeggianti e splendidi tappeti, si apre questo cortile interno composto da fontane, corridoi di acqua, palme e luci al neon suggestive e romantiche. A metà tra Shininig e un film di Fellini, questo luogo è una piccola oasi di serenità.


3. Nell'immagine sottostante potete osservare con gli occhiali da sole e la camicia bianca il regista taiwanese Tsai Ming-liang che, accompagnato dal traduttore, concede un'intervista a tre giornaliste straniere. Alle loro spalle un cocktail con giornalisti, ospiti e sconosciuti intenti a cercare di intavolare discussioni di cinema fatte di aria fritta e tante banalità. Il luogo è la Terrazza Maserati, presso l'Hotel Excelsior. Questa scena racchiude lo spirito della Mostra che ha il potere di coniugare nello stesso contesto il sacro e il profano in perfetto equilibrio senza contaminazioni né coinvolgimenti.


2. Con chi starà parlando Eva Riccobono? Chi è questo losco figuro di spalle vestito con un sacco di iuta colorato? L'uomo è Kim Ki-duk, regista coreano, Leone d'oro 2012 con Pietà, intento in una discussione con la splendida modella e produttrice italiana prima della minipress di Moebius, suo nuovo film presentato a Venezia 70. La materia del dialogo non è conosciuta, ma ho impresso nella mente il punto di domanda apparso sul volto del regista alla fine del dialogo. Chissà di cosa avranno parlato e chissà in quale lingua dal momento che Eva parlava in italiano e Kim Ki-duk coreano. Sembrerebbe che la madrina della Mostra avesse fatto apprezzamenti sul cinema del regista in maniera così approfondita e sapiente come nemmeno lui si aspettava.


1. La prima piazza la dedico al più bel spettacolo visto nei tredici giorni di Mostra del Cinema. La fotografia risale a giovedì 29 agosto 2013, ore 01.30 circa, luogo lo Spazio Disaranno o Terrazza Mediterranea. Al centro dell'immagine potete osservare il famoso e illustre regista giapponese Sion Sono, che su una musica minimal-house si divertiva a ballare in maniera scomposta e buffa. Il suo stato di ubriachezza era evidente e ciò ha reso la sua performance ancora più imbarazzante a tal punto che persino i membri del cast e della produzione non riuscivano a fermare quello spettacolo bello e suggestivo!


(Clicca sulle immagini per ingrandire)



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