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La bellezza del somaro

La locandinaSergio Castellitto dirige una commedia dove ironia e senso del grottesco sono gli elementi cardine. Dramma familiare in cui Laura Morante e Castellitto faranno i conti con le loro nevrosi dopo aver scoperto che la figlia Rosa, una diciassettenne irriverente e matura, si è innamorata di un settantenne

Marcello e Marina Sinibaldi sono una coppia benestante e “radical chic”. Lui è un architetto famoso, lei una psicologa troppo protettiva e materna con i suoi pazienti. Hanno una figlia, Rosa, una liceale molto saggia e anche irriverente, perennemente in conflitto con i suoi genitori a causa della loro debolezza e della loro immaturità. In occasione di un soggiorno in una villa in campagna, dove sono invitati amici e parenti, la famiglia Sinibaldi si troverà a fare i conti con le proprie nevrosi e i propri conflitti interiori, in un’accozzaglia di personaggi surreali e situazioni paradossali. Infatti Rosa porta con sé Armando, un settantenne che si rivela essere il fidanzato della ragazza, sconvolgendo gli assetti già fragili della famiglia. I genitori a poco a poco inizieranno a riflettere sulla loro condizione e sulla vecchiaia e sul voler rimanere perennemente giovani. E così Marcello lascerà la sua giovane amante e Marina cercherà di dare un senso al suo ruolo di donna.

Una scena del filmIl film è scritto da Margaret Mazzantini, scrittrice e compagna del regista, e si avvale della partecipazione di molti attori tra cui lo stesso Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova, Lola Ponce e, nel ruolo della giovane figlia Rosa, Nina Torresi.
Un cast eterogeneo che trasforma questa commedia in una pellicola molto coraggiosa per aver affrontato temi come la vecchiaia, la paura di crescere e l’incomunicabilità tra adolescenti e genitori in un affresco grottesco, dove le situazioni sono imprevedibili e ricche di humour. Un film “urlato”, pieno di nevrosi e insicurezze inespresse che diventa ironico e tragico allo stesso tempo, velato di una malinconia che non si dimentica facilmente.
Non tutti i critici hanno apprezzato il lavoro di Castellitto, criticandolo come prodotto effimero e non riuscito, ma in sé contiene spunti poetici e una grande dose di coraggio nel rappresentare le paure moderne in un modo innovativo, lontano dai cliché della commedia all’italiana. Infatti il film ha spunti surreali e bizzarri, come nelle sequenze dell’asino, ma è ancorato anche alla realtà, nel suo voler rappresentare due generazioni a confronto (“i vecchi e i giovani”), con sincerità e trasporto emotivo, frutto di una grande forza narrativa. Forse alcune parti sono meno riuscite, come nelle sequenze dei litigi tra genitori o nella descrizione di alcuni personaggi, ma nel complesso il film risulta godibile, fresco nella sua originalità interpretativa e nella sua vocazione alla stravaganza narrativa.

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