Almanya – La mia famiglia va in Germania
- Scritto da Francesco Siciliano
- Pubblicato in Film in sala
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Dalla Turchia alla Germania, andata e ritorno: le peripezie di una famiglia di immigrati in viaggio dalla patria di adozione a quella di origine. Al loro esordio nel cinema, le sorelle Yasemin e Nesrin Samdereli ci regalano una commedia etnica che ha sbancato i botteghini teutonici
Dopo una vita di sacrifici e di privazioni, Huseyin, patriarca di una famiglia emigrata in Germania agli inizi degli anni Sessanta, vuole fare ritorno nella sua città natale in Turchia. Il motivo che lo spinge a tornare nella terra natia è la visita ad una casa per le vacanze acquistata con i propri risparmi. L’uomo è intenzionato a portare con sé tutti i suoi familiari, tra cui la moglie, i figli ed i nipoti, ma quasi nessuno sembra aver voglia di seguirlo. Lo scetticismo iniziale lascia ben presto il posto al desiderio di riscoprire le radici nella patria di origine: la famiglia al completo si mette così in marcia verso la Turchia. Durante il viaggio i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania si intrecciano ad una serie di rocambolesche (dis)avventure.
A sorpresa campione di incassi in Germania con undici milioni di euro d’incasso al botteghino dopo una calorosa accoglienza al 61esimo Festival di Berlino, Almanya – La mia famiglia va in Germania è una commedia etnica on the road che, tra passato e presente, mescola variazioni su una storia di integrazione tra immigrati turchi e tedeschi puri.
Esordio dal sapore autobiografico delle sorelle di origini turche Yasemin e Nesrin Samdereli (rispettivamente regista e sceneggiatrice), il film conquista per una sua ironia insolita, ma nel divertire lascia anche spazio a riflessioni su come sia cambiata l’immigrazione in Europa negli ultimi quarant’anni. È istruttivo, interessante e divertente per come indaga, compiendo un salto temporale all’indietro, nelle pieghe di una integrazione culturale e razziale non certo facile, in una chiave di commedia corale, tra scene di vita turca, parodie della società tedesca e riferimenti ad un certo razzismo latente.
Se la riconciliazione familiare suona un po’ prevedibile, l’intreccio delle situazioni è ben orchestrato grazie a personaggi gustosi ed a un risvolto amarognolo disciplinato al sorriso. Il merito è anche di una compagnia di attori che non spreca una battuta o uno sguardo, indossando con naturalezza abiti ed acconciature antidiluviani.
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