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Dragon Ball Z: La battaglia degli dei - Recensione

La popolarissima saga creata da Akira Toriyama arriva nelle sale italiane con un film animato che, pur essendo un'operazione commerciale, è capace di trasmettere un piacevole senso di nostalgia agli appassionati over trenta e di divertire quelli più piccoli

Un fenomeno che dura da trent'anni. Era il 1984 quando Akira Toriyama, già ideatore di Dr. Slump & Arale, ispirandosi al classico della letteratura cinese Il viaggio in Occidente, creava il manga Dragon Ball destinato ad avere un successo enorme in patria e non solo grazie anche alla popolarità negli anni successivi delle serie animate tratte dal fumetto e continuamente riproposte pure dalla televisione italiana.
A partire dal debutto dell'adattamento animato, che in Giappone risale al 1986, due dopo quindi l'inizio del manga, la Toei Animation ha prodotto diversi lungometraggi che in Italia sono usciti direttamente per il mercato home video. L'ultimo, Dragon Ball Z: La battaglia degli dei, sbarcherà invece al cinema e così gli appassionati potranno guardare per la prima volta su grande schermo un'avventura con protagonista Goku e i suoi amici. L'appuntamento speciale è per questo fine settimana, 1 e 2 febbraio.
Dal punta di vista temporale la vicenda si svolge dopo la fine della serie Dragon Ball Z, la più nota. Sono passati alcuni anni dopo la battaglia con Majin Bu e la Terra sta vivendo finalmente un periodo di pace quando improvvisamente si presenta un nuovo grande pericolo da fronteggiare per salvare in pianeta. Il dio della distruzione, Bills, si è risvegliato dopo un lungo sonno durato trentanove anni. Venuto a sapere di un sayan che ha eliminato Freezer e dopo aver sognato che lo stesso guerriero poteva trasformarsi in Super Saiyan God, Bills, con il suo accompagnatore Whis, raggiunge Goku che si trova sul pianeta di Re Kaioh e, dopo averlo sconfitto facilmente, si dirige sulla Terra. L'eroe che ha salvato l'umanità tante volte dovrà raggiungere un livello di combattimento ancora più alto per poter battersi con il dio della distruzione.
Il film è stato ben accolto in Giappone e all'interno dei film su Dragon Ball, strutturati come storie indipendenti che non seguono la continuità della serie (e mai troppo amati dagli appassionati della saga), si presenta tutto sommato tra i più riusciti. Animazione di livello che si mette in mostra nei movimentati scontri,  un finale non scontato e anche un antagonista più interessante del solito: Bills, un felino umanoide (ispirato a un Cornish Rex) con una certa educazione e meno canaglia rispetto ai principali cattivi conosciuti in altre avventure. Per il resto il film propone come al solito scene di lotta, alcuni siparietti divertenti (legati per esempio alla presenza di Pilaf, personaggio della prima serie di Dragon Ball) e la classica caratterizzazione dei protagonisti: Goku che adora le sfide, Vegeta burbero, Bulma che si distingue per la forte personalità.

Come per altri film animati di questo tipo tratti da serie note e amate, si tratta di operazioni commerciali, lungometraggi di cui non si sente molto il bisogno, ma almeno capaci più di gran parte dei live action, delle trasposizioni con attori in carne e ossa, di trasmettere un piacevole senso di nostalgia agli appassionati over trenta e di divertire quelli più piccoli.

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