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Le Giornate degli Autori 2021: una nuova identità

Nella ricca proposta della Mostra del Cinema di Venezia irrompono le Giornate degli Autori, di anno in anno una realtà sempre più solida e sempre più attenta alle nuove idee del cinema. Quest’anno questa sezione è giunta alla 18esima edizione e di fronte alla maggiore età investe in maniera decisa su se stessa con un'offerta di cinema, eventi, esposizioni e incontri mirati a descrivere il mondo di oggi

Il programma delle Giornate degli Autori, sezione parallela e autonoma alla Mostra del Cinema di Venezia, si presenta di anno in anno con una proposta sempre più ampia e ricca a tal punto che per seguire il cinema, gli eventi e le attività che offre bisognerebbe dedicarsi esclusivamente a questo concorso. Effettivamente non sembra un’idea così impossibile, né infattibile soprattutto quest’anno che le Giornate degli Autori compiono 18 anni e come esemplifica perfettamente l’immagine ufficiale, sono pronti a uscire dal nido e spiccare il volo verso un nuovo cammino, una nuova identità cinematografica e culturale.
Ma andiamo con ordine.

Il nuovo volto delle Giornate. La 18esima edizione delle Giornate degli Autori si svolgerà all’interno della 78esima Mostra del Cinema dall'1 all'11 settembre. Questa rassegna autonoma e indipendente è voluta dalle associazione degli autori italiani di cinema (ANAC e 100autori); in veste di presidente c’è Andrea Purgatori, mentre Giorgio Gosetti è lo storico delegato generale; Gaia Furrer è la direttrice creativa, Renata Santoro si occupa della ricerca, della selezione e della programmazione e il comitato di selezione è composto da Mazzino Montinari, Renata Santoro, Cédric Succivalli, Andrei Tanasescu. I principali sponsor delle Giornate sono la Direzione Generale per il Cinema e l’Audiovisivo del MiBAC e BNL, gruppo BNP Paribas; il creative sponsor è Miu Miu e i partner sono SIAE e LUX. Prima di parlare di cinema è bene ricordare alcuni eventi. Al Teatro Goldoni di Venezia le Giornate ospiteranno una giornata-evento promossa con Isola Edipo e con il sostegno del Comune di Venezia, caratterizzata dall’anteprima di tre viaggi cinematografici: il primo nei territori dell’io con Fellini e l’ombra di Catherine McGilvray, poi nella fabula con I nostri fantasmi di Alessandro Capitani e infine nella testimonianza, per concludersi con l’incontro con cinque testimonial dell’inclusione, gli autori del collettivo Isolation: Michele Placido, Julia Von Heinz, Jaco van Dormael, Olivier Guerpillon, Michele Winterbottom. Il programma delle Giornate propone, inoltre, due esposizioni. La prima è Antonietta De Lillo fotografa la Mostra, che raccoglie gli scatti della regista alla kermesse lidense tra il 1981 e il 1982. La seconda esposizione, invece, sarà presentata in forma di video proiezione (perché si inaugura il 6 settembre a Jesi) dal titolo Free Hughs, curata da Giulio De Vita; si compone di una galleria di tavole a fumetto dedicate al tema degli abbracci, firmate da importanti 'matite' del panorama italiano e internazionale. Le GdA riservano anche ampio spazio agli incontri e a agli approfondimenti. Per questa edizione le attività si rivolgono ai temi della formazione, all’inserimento di una nuova generazione nel sistema del cinema e dell’audiovisivo e all’attenzione del cinema al reale. Da segnalare all’interno di queste iniziative, la presenza di Elisabetta Sgarbi con gli Extraliscio in La nave sul monte; il film collettivo realizzato dagli studenti dello IULM di Milano dal titolo Vorrei sparire ma non morire; la visione di Daniele De Michele con Naviganti; le atmosfere del grande poeta Andrea Zanzotto evocate da Denis Brotto in Logos Zanzotto; il docu-film di Marta Minuicchi intitolato Benelli su Benelli.

C’è anche molto cinema. La proposta cinematografica per questa 18esima edizione delle Giornate prevede 10 lungometraggi e un film di chiusura fuori concorso; tutti competono per il premio del Pubblico BNL di 20.000 Euro divisi tra l’autore e il distributore internazionale. Poi 6 eventi speciali scelti dalla direttrice Furrer; 5 opere prime; 22 nazionalità rappresentate; 18 autrici invitate tra cui le protagoniste dei corti del Miu Miu Woman’s tales; una proposta del cinema italiano indipendente nella sezione denominata Notti Veneziane, la quale sarà ospitata come deciso dalle Giornate, dall’impresa sociale Edipo Re in collaborazione con la Parrocchia di S. Antonio e il patriarcato di Venezia, nella sala adiacente alla chiesa di Sant’Antonio al Lido completamente restaurata e denominata Sala Laguna. I 10 film in concorso per il premio GdA Director’s Award saranno giudicati dai 27 giovani appassionati di cinema provenienti dai 27 Paesi dell’Unione europea del programma 27 Times Cinema, guidati dalle due registe e produttrici bulgare Mina Mileva e Vesela Kazakova. La decisione finale della giuria sarà trasmessa in streaming il 10 settembre con il coordinamento di Karel Och, direttore del Karlovy Vary Film Festival. L’apertura di Notti Veneziane è stata affidata a Welcome Venice il nuovo film di Andrea Segre, mentre la serata di pre-apertura delle Giornate, il 31 agosto, organizzata in collaborazione con Bookciak, Azione!, SNGI e Isola Edipo. Sarà dedicata al ricordo di Valentina Pedicini nella Sala Laguna (a lei dedicata), nel cuore della Casa degli Autori, e sempre nella stessa serata sarà proiettato il film di Paolo Pisanelli e Cecilia Mangini Il mondo a scatti, in ricordo appunto della nota documentarista scomparsa quest’anno. Altri due eventi riguardano altri due uomini di cinema: il primo si svolgerà il 6 settembre in onore di Libero De Rienzo, l’altro è organizzato dalla collaborazione tra la Mostra del Cinema, la Settimana della Critica e le Giornate in ricordo di Citto Maselli

Questioni di identità. Già sulla carta si evince il filo conduttore che unisce le pellicole selezionate. Tale linea di analisi risponde a domande come: «Chi sono?», «Mi riconosco in quello che credo di essere?», «Sono a mio agio con la vita che ho scelto?» ed è quindi identificabile nella ricerca della propria identità, del proprio sé. Questi quesiti se li pone anche Ameer Fakher Eldin che nel film The Stranger racconta la ricerca della propria identità da parte di un uomo tra apparenze ed estraneità nel contesto delle alture siriane del Golan; anche l’adolescente protagonista di Californie filmato da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman è alla ricerca di qualcosa, nello specifico del proprio posto nel mondo in un viaggio tra il Marocco e Napoli. L’identità è anche di genere come propone Aly Muritiba (regista brasiliano già molto apprezzato come regista di cortometraggi) che in Deserto particular inscena un melodramma queer in cui il protagonista si pone domande sulla sua identità maschile nel Brasile del presidente Bolsonaro. Il sound-designer protagonista di Out of Sync diretto da Juanjo Giménez, invece, più che cercare una nuova vita, deve riconsiderarla a seguito di una malattia neuro-acustica, mentre sempre nell’ottica della ricerca di sé, Antoine Barraud nel film Madeleine Collins rievoca le atmosfere di Vertigo di Hitchcock per narrare di una donna dalla doppia identità. La ricerca dell’identità contempla anche un viaggio. Ola Jankowska nel suo film Anatomy viaggia nella memoria, raccontando del rapporto tra Milka e suo padre, mentre Li You, protagonista di Shen kong di Chen Guan, film d’apertura, viaggia in una città cinese deserta a causa dello scoppio della pandemia di COVID-19 nel vago tentativo di non subire la realtà osservata. Monica Stan e George Chiper-Lillemark in Imaculate, invece, mettono una ragazza in un centro di tossicodipendenti a scrutare e comprendere come si creano le relazioni di potere, mentre Iván Fund in Dusk Stone propone il tema dell’elaborazione del lutto e come al termine di questo processo, un gruppo di donne cerchino di ripartire. Infine You Resemble Me di Dina Amer partendo dal legame spezzato tra due sorelle, mostra e parla del blitz della polizia a Saint-Denis a seguito degli attacchi terroristici di Parigi del 2015. Fuori concorso è presentato Lovely Boy di Francesco Lettieri che mostra la vita di successi e insuccessi di un trapper romano. Tra gli eventi speciali le Giornate propongono la visione di The Palace di Federica Di Giacomo che si concentra sul ritrovo dopo molti anni di una comunità di amici intenti a celebrare la vita e la morte del membro più emblematico del gruppo; Il silenzio grande diretto da Alessandro Gassmann è un film sul tema della consapevolezza di vivere sull’asse passato-presente, come anche The Forgotten Ones di Michale Boganim, un road movie che affronta un tabù della società israeliana: la discriminazione degli ebrei provenienti da Paesi arabi. Three Minutes - A Lengthening di Bianca Stigter insistite sul passato, sulla sua riconoscibilità attraverso il recupero di esistenze scomparse in una città polacca abitata da ebrei nel 1938. Senza fine di Elisa Fuksas, altro evento speciale, è un racconto su Ornella Vanoni

Le scoperte nelle Notti Veneziane. Il programma delle Notti Veneziane è a un percorso di scoperta. Come detto, le proiezioni dei film di questo concorso saranno proiettate nella Sala Laguna adiacente al nuovo quartier generale delle Giornate, la Casa degli Autori. La proposta cinematografica si focalizza, come affermato da Gaia Furrer e da Silvia Jop, direttrici artistiche della sezione, sul panorama cinematografico italiano contemporaneo spesso manchevole di una rappresentazione unitaria che ne possa far emerge la sua eterogeneità. Il film di apertura, come accennato è Welcome Venice di Andrea Segre. La proposta si allarga con Cùntami di Giovanna Taviani, riflessione sui nuovi narratori orali siciliani che si richiamano alla tradizione del cunto; Diteggiatura di Riccardo Giacconi, un cortometraggio che richiama la compagnia marionettistica più antica e famosa al mondo. Sempre di un creatore d’arte parla anche Caveman di Tommaso Landucci che si focalizza sulla poliedrica manualità di Filippo Dobrilla; Hugo Pratt è invece raccontato dal regista Stefano Knuchel in Hugo in Argentina. C’è spazio anche per il cinema di genere in Notti Veneziane con il western romano costellato di personaggi improbabili proposti da Trastwest di Ivan Di Matteo, mentre Umberto Contarello, storico sceneggiatore del cinema italiano, esordisce alla regia con Parole, un profondo monologo sul cinema e la vita. Un altro sceneggiatore che si mette dietro la macchina da presa è Stefano Sardo che in Una relazione racconta con ironia una storia d’amore giunta al capolinea. Accanto a loro si pone Ciro De Caro con GiULia, film nudo e sincero, come è stato definito dalle direttrici. In queste Notti Veneziane c’è anche spazio per uno sguardo più femminile. Princesa di Stefania Muresu è un’anti-favola che unisce riti oppressivi nigeriani e la vita difficile in Sardegna di una ragazza mossa dai suoi sogni; Keti Stamo invece si focalizza in Les enfants de Cain sulla vita di alcuni bambini di un villaggio albanese in cui regna il codice del Kanun, codice d’onore antichissimo. Il cortometraggio Coriandoli di Maddalena Stornaiuolo mostra due angoli nascosti di una periferia dai contorni universali, esattamente come Spin Tima, che fatica la democrazia in cui Sabina Guzzanti inscena un condominio romano multietnico ritratto nel suo vivere condiviso. L’ultimo pensiero di cinema delle Notti Veneziane è per Tonino de Bernardi, maestro del cinema underground, studiato e riproposto da Daniele Segre in Tonino De Bernardi - Un tempo, un incontro. Ultima annotazione del ricco programma delle Giornate degli Autori sono i corti del Miu Miu Women’s Tales #21 #22, rispettivamente Shangri-la di Isabel Sandoval e I and the Stupid Boy di Kaouther Ben Hania


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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