Bianca come il latte, rossa come il sangue
- Scritto da Anna Maria Possidente
- Pubblicato in Film in sala
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Chi ha detto che un film debba essere soltanto comico o drammatico? La vita è fatta di tanti sentimenti e svariate situazioni: così il regista Giacomo Campiotti, con l’aiuto di Fabio Bonifacci alla sceneggiatura, ci propone un film in cui si ride e si piange.
Leo (Filippo Scicchitano) è un liceale spensierato, che trascorre le sue giornate tra la noia delle lezioni a scuola e lo sport insieme agli amici. Ha un solo desiderio, che gli sembra quasi irrealizzabile: far colpo su Beatrice (Gaia Weiss), un’affascinante compagna di scuola di origini francesi. Quando finalmente Leo riesce a dichiararsi con l’aiuto di Silvia (Aurora Ruffino), l’amica di sempre innamorata segretamente di lui, Beatrice scopre di avere una grave malattia che non lascia scampo. Di conseguenza, se la prima mezz'ora del film sembra uno dei soliti pistolotti romantici alla Moccia, nel momento in cui la minaccia della morte incombe su ragazzi che ovviamente non ci pensano neppure da lontano, il tiro cambia decisamente. Il rosso dei capelli di Beatrice svanisce con la chemio e resta il bianco del suo viso, duramente provato dalla situazione.
Bianca come il latte, rossa come il sangue si rifà al libro omonimo, campione di vendite, di Alessandro D’Avenia. Si avverte una maniera differente di raccontare le problematiche adolescenziali, con un regista che si affida a un copione non semplice, ma che sicuramente fa presa anche tra gli adulti. La stessa figura del professore-sognatore, interpretato da Luca Argentero, rappresenta una sorte di ponte tra l’impenetrabilità della mente dei giovani da parte dei genitori e dei grandi in generale.
Certo, il canovaccio è più o meno lo stesso dei soliti film che parlano dei giovani al giorno d’oggi: la bella della scuola oggetto dell’amore del protagonista, l’amica di lui che pende dalle sue labbra ma non rivela subito i propri sentimenti, il giovane e affascinante prof che incanta sfoderando tutta la sua cultura. La differenza la fa il trovarsi ad affrontare una cosa più grande di tutto come una malattia. E se il film raggiunge almeno lo scopo di sensibilizzare maggiormente ad argomenti di cui si parla poco, come il trapianto di midollo che può essere fondamentale per salvare una vita, già ha raggiunto un obiettivo di non poco conto.